di Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti (Cospe)
Contrastare la diffusione dell’hate speech online contro migranti e minoranze attraverso l’educazione ai media e la responsabilizzazione delle testate giornalistiche. E’ questo l’ambiziosa strategia del progetto BRICkS che Cospe sta realizzando in collaborazione con il Centro Zaffiria ed organizzazioni in Germania, Belgio, Spagna e Repubblica Ceca.
Tutti gli studi recenti a livello nazionale ed europeo dimostrano che su siti web, blog e social network i discorsi di incitamento all’odio sono in aumento, soprattutto tra i giovani. L’ hate speech non è un problema nuovo, ma il suo impatto su Internet dà nuovi motivi di preoccupazione. Elefante nella stanza è stato definito da chi quotidianamente si trova a gestire il flusso dei commenti sui social , con la consapevolezza dell’urgenza di un’azione culturale ed educativa di contrasto alla proliferazione online di messaggi razzisti e violenti.
Sia sui produttori che sui fruitori di informazione si è focalizzata la nostra attenzione. Abbiamo realizzato un’indagine che, ad un monitoraggio di casi studio su articoli e relativi commenti su facebook, ha affiancato interviste alle principali testate online nazionali. La strategia sul web, il community management, la gestione concreta di casi di hate speech sono stati i temi affrontati e diversi approcci e modalità di lavoro hanno confermato come le testate si trovino attualmente in fase di forte sperimentazione e in alcuni casi non adeguatamente attrezzate al cambiamento di paradigma nella relazione con i lettori/ utenti. Un incontro a Bruxelles nel maggio scorso ha favorito lo scambio di buone pratiche tra i social media manager di varie testate europee, tra cui La Stampa e un decalogo sul community management per il contrasto dell’hate speech è in preparazione.
Sul fronte utenti del web la nostra attenzione si è concentrata sui giovani , con l’obiettivo di creare un innovativo modulo formativo per le scuole sulla media education e il contrasto del discorso dell’odio. Incontri partecipativi che hanno coinvolto insegnanti, giovani attivisti rom, sinti ed appartenenti ad associazioni di seconde generazioni ed esperti del web, hanno fornito spunti e strumenti per la creazione di un percorso che sarà testato nelle scuole secondarie superiori dei paesi coinvolti nel progetto e reso disponibile per insegnanti ed educatori che vogliano realizzarlo. Una campagna online nel corso del 2016 mirerà a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di una incontrollata diffusione dei discorsi d’odio in rete.
Dal web marketing festival al convegno per giuristi promosso dall’ASGI, passando dal festival del giornalismo digitale, ci siamo confrontati sui confini tra hate speech e libertà di espressione, sui limiti della cultura digitale, sulla rapida evoluzione del mondo dell’informazione e della comunicazione, con la consapevolezza che abbiamo davanti una sfida culturale. Antirazzismo 2.0 ci piace definirlo. Una battaglia importante e quanto mai urgente per attuare quelle promesse di libertà e partecipazione costitutive di Internet e della rivoluzione digitale.