di Anna Meli (Carta di Roma)
La sfida per media liberi dai discorsi di odio riparte da Assisi. Lo scorso 6 dicembre in una splendida giornata di sole e con la città invasa da turisti e pellegrini si è svolta una doppia cerimonia che ha visto protagonista il mondo della comunicazione e i giornalisti italiani. Dalle 15 nella sala Stampa del Sacro Convento di Assisi la Rivista San Francesco, la Tavola per la Pace, il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e l’Imam di Perugia hanno aderito ufficialmente alla campagna #nohatespeech,
firmando la Carta di Roma insieme a tutti gli intervenuti ad un dibattito sulle parole di odio e il ruolo dei media nel racconto di fenomeni complessi come quelli della migrazione e dell’asilo.
La Carta di Roma è stata poi posta sopra una barca di migranti raccolta da Lampedusa e trasportata simbolicamente sotto l’albero che Papa Francesco ha accesso con un collegamento in diretta dai suoi uffici in Vaticano verso le 18.
Una delle donne rifugiate che insieme a molti altri migranti che ieri gremivano la piazza antistante la Basilica inferiore di Assisi ha partecipato all’incontro tra giornalisti e associazioni per raccontare la drammatica esperienza della fuga e ricordarci che – come ha detto il segretario dell’USIGRAI Vittorio Di Trapani “dietro ogni numero c’è una storia da raccontare e spiegare”.
È partito quindi da Assisi un richiamo forte al senso di responsabilità del mondo dell’informazione e della comunicazione perché “non diventi parte dell’industria delle armi”, come ha affermato Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. Abbattere i muri di odio a partire da un uso corretto delle parole è un imperativo che chiama direttamente in causa i giornalisti che delle parole fanno uso quotidiano.
Al rispetto per una “sana informazione che non generalizzi e usi toni e un linguaggio corretti pur nelle differenze di opinione e visioni” ha richiamato il Presidente dell’ordine dell’Umbria Roberto Conticelli.
Durante i lavori, coordinati da Elisa Marincola, sono stati proiettati filmati di Valerio Cataldi, inviato del Tg2 e autore di numerose inchieste sulle migrazioni, gli sbarchi e l’accoglienza.
Uno sguardo che parte spesso dalle voci dei protagonisti, i migranti stessi, e li racconta inserendo nei servizi e nei reportage quegli elementi di contesto utili per una comprensione dei fenomeni e delle cause alle origini delle migrazioni, proprio come prevede uno degli articoli di carta di Roma.
Quelle informazioni riferite ai paesi di origine e alle dinamiche internazionali che secondo Flavio Lotti, della Tavola per la Pace sono troppo spesso taciute e non raccontate. “L’odio può passare anche dal silenzio” ha ammonito Lotti, ricordando come sia necessario far emergere le ipocrisie di molti governi europei rispetto ad esempio all’industria delle armi e dei fiorenti traffici ad essa collegati.
Proprio per rompere il silenzio è stata annunciata sempre ieri la nascita della rete “Illuminare le periferie” che si propone l’obiettivo di far uscire dall’oscuramento mediatico temi, persone e periferie dimenticate o cancellate. Un’iniziativa nata durante l’ultima marcia Perugia Assisi e condivisa da Rivista San Francesco, Articolo 21, Tavola della pace e che oggi vede impegnate più di 20 associazioni nazionali.
La campagna Nohatespeech sarà anche la prima dei temi lanciati dalla rete “Illuminare le periferie” il 18 dicembre prossimo quando presso la Federazione Nazionale della Stampa verrà presentato il portale della rete.