Di Beppe Giulietti, presidente della Federazione della stampa
Per qualche ora, e per l’ennesima volta, Assisi, la sala stampa francescana, i frati del Sacro Convento, hanno aperto le loro porte a chi ha nel cuore le periferie ed opera, in vario modo e con strumenti diversi, per “illuminarle”, per strapparle dall’indifferenza, dal silenzio, dalle disperazioni sociali ed esistenziali.
Tra questi costruttori di pace e di conoscenza ci sono anche quei giornalisti che, in sede locale, nazionale ed internazionale, non hanno esistito a mettere a rischio se stessi pur di non rinunciare a raccontare oscurità ed oscurantismi.
Tra loro anche Federica Angeli, Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo, i tre cronisti ospiti ad Assisi e che hanno narrato le loro vicende, umane e professionali, di giornalisti che hanno “illuminato” corruzione, mafie e malaffare.
Dobbiamo anche a loro se siamo stati informati sui clan che spadroneggiavano a Roma, nella Terra dei fuochi, nel ragusano.
Le loro cronache ci hanno aiutato a capire e a formare una pubblica opinione capace di reagire e di reclamare il diritto alla sicurezza e alla civile convivenza.
Non casualmente il Papa ha dato forma a questa denuncia e ha indicato nella corruzione, nelle mafie, nella distruzione dell’ambiente, alcuni dei grandi peccati sociali del nostro tempo.
Proprio in queste ore il Presidente Mattarella ha voluto sottolineare il valore del loro impegno e della libertà di informazione, attribuendo a Federica Angeli e a Paolo Borrometi il titolo di cavalieri al merito della repubblica, e ha scelto due giovani cronisti per lanciare un segnale di fraternità e di solidarietà a tutti quei giornalisti impegnati su questi delicati fronti.
L’associazione Ossigeno, meritoriamente coordinata da Alberto Spampinato, ha stimato che siano almeno 50 i cronisti costretti a vivere sotto scorta in seguito alle gravi minacce ricevute.
Sandro Ruotolo, ad Assisi, ha lanciato il suo appello a non lasciare solo chi contrasta le mafie e il malaffare.
“Oltre alla scorta di polizia, ci serve anche una scorta mediatica..”, hanno ripetuto Ruotolo, Angeli e Borrometi
Non vogliono essere eroi, vorrebbero solo che le loro denunce venissero raccolte e rilanciarte da tutti i media, che l’oscurità non tornasse a calare sulle storie raccontate, che alle minacce dei mafiosi si rispondesse amplificando i racconti, “Illuminando” ancora di più le periferie del malaffare e dello sfruttamento degli esseri umani.
Un appello da raccogliere e da condividere, mettendo a disposizione ciascuno di noi il suo giornale, il suo sito, il suo blog.
L’appuntamento, fortemente voluto anche dalla redazione di San Francesco, proseguirà con l’ambizione di riunire, sempre ad Assisi, tutti i giornalisti costretti a vivere sotto vigilanza per aver deciso di anteporre l’interesse generale al “Quieto vivere”.
Foto: Berti (da www.sanfrancescopatronoditalia.it)