Ci saranno Amnesty International Italia, l’Associazione Antigone, Cild, la Federazione nazionale della stampa italiana, Articolo21, l’Usigrai, la Tavola della Pace e altre associazioni della rete Illuminare le periferie. Insieme chiederanno “Verità per Giulio Regeni” dando seguito alla mobilitazione partita dopo la misteriosa morte del giovane ricercatore e proseguendo nell’impegno assunto fin dai primi giorni della complicata vicenda.
«Facciamo nostro l’appello lanciato da Amnesty International Italia e dal quotidiano “la Repubblica” e ci uniamo alla campagna per chiedere “Verità per Giulio Regeni” così come abbiamo da subito aderito alla mobilitazione delle associazioni che proponevano di listare a lutto i siti internet fino al giorno dei funerali del giovane ricercatore morto al Cairo”, annunciano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Per questo, insieme ad Amnesty International Italia, il prossimo 25 febbraio saremo al sit-in promosso dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e dall’Associazione Antigone davanti all’ambasciata egiziana a Roma ed esortiamo le colleghe e i colleghi – proseguono Lorusso e Giulietti – a rilanciare a loro volta l’iniziativa, esponendo lo striscione, diffondendo la campagna sui social media e sui mezzi d’informazione, invitando le istituzioni locali, nazionali ed internazionali a continuare ad impegnarsi per illuminare la vicenda di Giulio e arrivare a scoprire la verità su quanto gli è accaduto. È l’unico modo per rendere giustizia a lui, alla sua famiglia e agli italiani».
Ed è il modo migliore di tenere accesi i riflettori dei media e l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vicenda di Giulio, «per non permettere – come scrive Amnesty Italia – che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante “inchieste in corso” o peggio, per essere collocato nel passato da una “versione ufficiale” del governo del Cairo. Qualsiasi esito distante da una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente, da raggiungere anche col prezioso contributo delle donne e degli uomini che in Egitto provano ancora a occuparsi di diritti umani, nonostante la forte repressione cui sono sottoposti, dev’essere respinto».
L’appuntamento è alle ore 14.00 in via Salaria, all’ingresso di Villa Ada.