di Riccardo Noury
Il governo del presidente Erdogan sta asfaltando la libertà d’infomazione.
Non c’è altro modo di definire quanto sta accadendo in Turchia, dove una settimana fa è stata chiusa l’emittente televisiva IMCTV – l’unico canale nazionale che riportava un punto di vista non ufficiale sulle operazioni militari e i coprifuoco nel sud-est del paese – e dove il 4 marzo un tribunale di Istanbul ha posto sotto amministrazione controllata il quotidiano indipendente Zaman.
Quanto accaduto a Zaman era già successo lo scorso ottobre al gruppo editoriale Koza Ipek: anche in quel caso, un’amministrazione nominata da un tribunale ne aveva assunto il controllo.
A Erdogan i tribunali piacciono solo quando decidono in suo favore.
Solo qualche giorno fa, infatti, aveva affermato che non avrebbe tenuto conto della sentenza della Corte costituzionale grazie alla quale erano stati scarcerati Can Dundar ed Erdem Gul, i due giornalisti di Cumhuriyet tuttora accusati di spionaggio, assistenza a gruppo terroristico e divulgazione di informazioni confidenziali per aver pubblicato un servizio su trasferimenti di armi dalla Turchia verso la Siria.