A poco più di un anno dalla scadenza del mandato presidenziale di Hassan Rowhani vale la pena ricordare le sue principali promesse, grazie alle quali venne eletto. Rowhani aveva promesso che prima di tutto avrebbe preparato le condizioni per liberare i leader del movimento verde Karrubi e Musawi, ancora agli arresti domiciliari, che avrebbe cambiato la situazione economica della popolazione e che si sarebbe impegnato per la liberazione di tutti i detenuti politici.
Sebbene Rowhani e il suo colto e intelligente ministro degli affari esteri Mohammad Javad Zarif hanno avuto veramente grandi successi in diplomazia estera specialmente per eliminare le sanzioni economiche e l’embargo contro l’Iran, sulle grandi promesse elettorali poco è stato fatto.
Karrubi due settimane fa, dopo un silenzio di 6 anni trascorsi agli arresti domiciliari, ha pubblicato una lettera aperta, nella quale ha attaccato il leader supremo Ayatoallh Ali Khamenei , ma non ha omesso le responsabilità di Rowhani, per il mancato rispetto delle sue promesse elettorali.
Ommid Kokabi, il grande genio iraniano della fisica, è ancora in carcere accusato senza prove di essere una spia degli americani o di Israele.
Kokabi 6 anni fa, in occasione di una visita ai suoi familiari in Iran, è stato arrestato mentre stava uscendo dall’aeroporto internazionale Imam Khomeini: tre anni fa lo hanno condannato a 10 anni di carcere, è in gravi condizioni di salute, ha un tumore ed è stato operato: ma ciò nonostante non ha avuto nessuno sconto di pena.
Si ritiene che il vero motivo dell’arresto di Kokabi sia stato il suo rifiuto di collaborare con i pasdaran ai loro progetti segreti.
Ahmad Shaheed, per conto delle Nazioni Unite, la settimana scorsa ha pubblicato un altro dossier in base al quale ha chiesto al regime iraniano di consentire la visita dei dieci detenuti politici in gravi condizioni di salute reclusi nel penitenziario di massima sicurezza di Evin.
Abdolfattah Soltani è un avvocato, ha avuto il coraggio di difendere numerosi attivisti per i diritti umani, ed è finito in galera anche lui.
L’ayatollah Kasemeini Brougerdi è recluso da anni ad Evin per aver criticato il principio khomeinista del governo del giureconsulto. Anche lui è in gravi condizioni di salute.
Issa Saharhiz, famoso giornalista incarcerato più volte, è tornato dietro le sbarre malgrado soffra di insufficienza cardiaca.
Nell’ultimo rapporto l’incaricato dell’Onu Ahmad Shaheed afferma che durante l’epoca Rowhani alcune prigionieri sono stati scarcerati ma la situazione generale è comunque critica.
Signor Presidente, non le sembra poco?