Ambasciatori di pace

15 Aprile 2016

di Antonella Napoli

 

Quaranta giovani italiani saranno tra gli ambasciatori nel mondo di One, l’organizzazione fondata nel 2004 da Bono Vox, leader degli U2, e sostenuta da oltre 7 milioni di persone che concorrono alla realizzazione di campagne e di iniziative di sensibilizzazione sulla povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa.
Apolitica, l’organizzazione senza fini di lucro mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’Aids e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’agricoltura e
l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà,
L’edizione 2016 di “Giovani ambasciatori”, la terza da quando è partito il nuovo programma dell’associazione, quest’anno ha preso il via da Roma.
Centinaia di ragazzi saranno coinvolti nelle campagne per chiedere ai politici di onorare gli impegni assunti in materia di aiuti, garantire nuovi accordi sulla trasparenza finanziaria e mettere in campo nuovi e ambiziosi finanziamenti per migliorare la salute e l’alimentazione a livello mondiale.
I giovani provenienti da tutta Italia, selezionati tra migliaia di candidati, durante tutto il 2016o organizzerano eventi e azioni di sensibilizzazione in contemporanea con altri 260 ambasciatori One provenienti da tutta Europa.
“Nel 2016 sono previsti diversi vertici mondaili che influiranno sulle condizioni di vita dei più poveri
del mondo. I giovani ambasciatori faranno pressione sui leader mondiali in occasione del
Vertice anticorruzione previsto a Londra nel mese di maggio, del secondo Summit “Nutrizione per la
crescita” che si svolgerà a Rio nel mese di agosto e della conferenza di rifinanziamento del Fondo
globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria prevista in autunno” racconta Giada Cicognola, portavoce dell’organizzazione.
L’avventura degli ‘ambasciatori’ italiani è partita con una due giorni di formazione sulle tecniche e le attività di lobby, l’utilizzo dei social media e i rapporti con i mezzi di comunicazione.
Diane Sheard, direttrice ad Interim per l’Europa di One, nel corso del meeting di Roma ha annunciato che il 12 maggio si terrà a Londra un importante summit, occasione in cui gli attivisti faranno pressione affinchè l’Italia partecipi ai più alti livelli e aderisca al Fair Play Standard, un insieme di misure concrete per assicurare una maggiore trasparenza e liberare milioni di persone dalla povertà.
One tiene a sottolineare che, alla luce dei Panama Papers, la campagna e la relativa petizione lanciata la scorsa settimana risulta quanto mai importante e attuale ed evidenzia come le proprie analisi mostrino che “ogni anno non meno di mille miliardi di dollari vengono dirottati dai paesi in via di sviluppo mediante varie forme di corruzione, fra cui la sottoscrizione di contratti ambigui per lo sfruttamento delle risorse naturali, il ricorso a società fantasma, il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale”.
E’ indubbio che, se si attuassero specifiche politiche volte a migliorare la trasparenza e a combattere la corruzione, si potrebbero limitare significativamente le ingenti perdite finanziarie che gravano sui paesi in via di sviluppo.
“Il vertice anti-corruzione è l’occasione perfetta per cominciare ad attuare tali politiche. L’Italia può impegnarsi con varie azioni, per esempio – aggiunge Cicognola – facendo luce sulle società fantasma, cioè rendendo di pubblico dominio le informazioni su chi detiene società e trust per impedire che società fantasma e analoghe strutture legali siano utilizzate per riciclare denaro e celare l’identità di individui corrotti e attività criminali”.
Ma anche rendendo pubblico quanto le società pagano e dove, introducendo una rigorosa legislazione sulla pubblicazione dei pagamenti che le aziende fanno in ogni paese in cui operano, inclusi i paesi in via di sviluppo, per assicurare una maggiore trasparenza ed evitare che le popolazioni dei paesi poveri siano derubate di risorse altrimenti utilizzabili per importanti azioni di lotta contro la povertà.
Insomma un’azione costante per la difesa e la promozione di valori e diritti fondamentali spesso dimenticati e colpevolmente ignorati.