di Antonella Napoli, Articolo 21
Alla vigilia di un weekend all’insegna del giallo per Giulio Regeni, con gli striscioni esposti in tutti gli stadi italiani e il flash-mob di Amnesty a Milano, domenica 24 aprile alle 16, in piazza della Scala, dall’Egitto ci arriva un’ennesima, atroce storia di violenze e sevizie.
Human Rights Watch, riportando le testimonianze dei familiari e degli avvocati di 20 giovani egiziani, arrestati ad Alessandria e trattenuti per giorni senza processo e senza che le famiglie ne fossero informate, denuncia che lo scorso febbraio sono stati torturati dalle autorità per diversi giorni. Tra le vittime anche otto minorenni.
Manifestazione non autorizzata, atti di vandalismo, adesione a gruppi eversivi, questi i reati contestati.
L’obiettivo era quello di estorcere confessioni o di ottenere i nomi di presunti’ complici’, ovvero altri contestatori del regime.
Alcuni dei minori, che sono riusciti a palrare con i genitori, hanno potuto raccontare di aver subito torture mentre erano in detenzione nelle celle della Direzione della Sicurezza di Alessandria, di essere stati presi a pugni, di aver ricevuto scosse elettriche sui genitali, di essere stati appesi al soffitto per le braccia, di essere
stati a lungo incappucciati, denudati, privati del sonno, bagnati con gli idranti e costretti a dormire sul pavimento in celle gelide.
Alcuni degli arrestati sono accusati di aver dato alle fiamme un garage e un veicolo della polizia nel quartiere al-Asafra il 4 febbraio. Tra le testimonianze raccolte da Hrw, quella dei familiari di un 16enne, prelevato da casa mentre dormiva nel suo letto e portato via senza scarpe. Lo hanno rivisto, stremato, solo molti giorni dopo.
Secondo l’organizzazione per i diritti umani, che cita attivisti e ong locali, almeno altre 25 persone sarebbero scomparse ad Alessandria tra marzo e aprile e si ritiene che siano state portate nei centri di sicurezza e sottoposti allo stesso trattamento.
Dal 2014, Human rights watch ha documentato in Egitto il ricorso continuo alle torture e alla detenzione senza convalida del giudice.
La Commissione egiziana per i diritti e le libertà, organizzazione indipendente, ha censito tra il primo dicembre 2015 e il 31 marzo 2016 almeno 204 casi di persone prelevate dalle forze di sicurezza e poi scomparse. Anche sul corpo di Giulio Regeni, ritrovato senza vita sulla strada tra il Cairo e Giza il 3 febbraio scorso, sono stati trovati
chiari segni di sevizie simili a quelli riportati dai giovani arrestati ad Alessandria.
Per loro e per Giulio Regeni Articolo 21, Federazione della stampa e altre organizzazioni, in occasione del tour promosso nella Giornata mondiale della libertà di informazione il 2 maggio farà tappa, oltre che alle ambasciate dell’Iran e della Turchia, davanti quella egiziana per chiedere il rispetto dei diritti umani e per denunciare le violazioni nei confronti di giornalisti e di attivisti impegnati nella difesa della libera espressione. E per continuare a chiedere verità per Giulio Regeni.