Reporters sans frontières*
In occasione del quarantesimo compleanno della giornalista Khadija Ismaïlova, Reporters sans frontières (RSF) ha festeggiato la sua recente liberaziona e ha lanciato un appello al governo dell’Azerbaigian (163 ° su 180 nella classifica mondiale 2016 la libertà di stampa di RSF) perchè metta fine alle violazioni della libertà di stampa.
RSF ha organizzato una manifestazione davanti all’ambasciata dell’Azerbaigian a Parigi, lo scorso venerdi 27 maggio, ricordando che la liberazione di Khadija Ismaïlova è solo un primo passo. La sua condanna è stata sospesa lo scorso 25 maggio, ma la giornalista resta sottoposta a un controllo giudiziario e non può muoversi dal Paese. Almeno altri 8 giornalisti e bloggers, inoltre, sono nelle prigioni azere a causa della loro attività di informazione. I media indipendenti, costretti all’esilio, restano così banditi dal Paese.
“Rilasciando Khadija Ismailova dopo 537 giorni di detenzione arbitraria , il potere azero ha dovuto dare quache concessione, ma è ben lontano dall’essere rispettoso della libertà di stampa, ha dichiarato Johann Bihr, responsabile dell’ufficio Europa e Asia centrale di RSF. La comunità internazionale deve continuare la pressione finchè le istituzioni azere cesseranno la persecuzione della stampa libera, ripristineranno il pluralismo e rilasceranno tutti i giornalisti in prigione.
RSF ha anche preso parte a una manifestazione simile, il 26 maggio, a Washington e a Berlino. Molti altri eventi sono stati organizzati in tutto il mondo dalla coalizione Sports 4 Rights che riunisce le principali organizzazioni di difesa dei diritti umani dell’Azerbaigian. Il giorno del rilascio di Khadija Ismailova il 25 maggio, il fotografo Elnur Mukhtarov è stato arrestato e condannato a dieci giorni di detenzione amministrativa. Aveva raccontato una protesta contro le autorità azere e condiviso le sue foto su Facebook. Il suo nome si aggiunge a quelle di altri giornalisti e blogger imprigionati a causa delle loro attività di informazione, tra cui:
I dipendenti del “ Azerbaycan Saati” e MeydanTV , media indipendenti ora in esilio, sono soggetti a vessazioni senza limiti. Non riuscendo ad arrivare agli editori, Ganimat Zahid e Emin Milli , le autorità fanno pressione sui loro parenti ancora nel Paese: molti di loro sono stati imprigionati con accusa fasulle, e altri sono stati costretti a rinnegare pubblicamente i loro familiari giornalisti.
*dal sito di RSF, traduzione a cura di Alessandra Tarquini