di Ilaria Cucchi
Oggi si celebra la 18esima Giornata Internazionale contro la tortura. Oltre 223mila cittadini hanno firmato il mio appello per chiedere l’introduzione di questo reato in Italia.
“Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, disumani e degradanti”. Dichiarazione universale dei diritti umani, articolo 5
Adesso condividi questo video e invita altre persone a firmare:
Voglio che si riaccendano le luci non solo su questioni che riguardano la memoria di Stefano, ma che hanno a che fare con tutti noi.
Penso a Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini, Marcello Lonzi e tutti gli altri.
In questo nostro Stato manca un fondamento: quello del reato di tortura. Non è uno Stato di diritto quello che permette che per questo orrore disumano non ci sia alcuna condanna, perché il reato di tortura in Italia non c’è.
Vivo a Roma e di Roma è tutta la mia famiglia. È qui che sono cresciuta: non da sola, ma insieme a mio fratello Stefano, quello “famoso”. Stefano Cucchi, “famoso” perché morto tra sofferenze disumane quando era nelle mani dello Stato e, soprattutto, per mano dello Stato.
Nell’ottobre del 2009 non sono stata picchiata. Non mi hanno pestato, non mi hanno rotto a calci la schiena, non ho avuto per questo bisogno di cure mediche. Non mi hanno torturato. Sono viva. Sono viva e combatto con una giustizia che ha dimenticato i diritti umani.
Sono viva e da allora mi batto per non smettere di credere. Ecco perché chiedo che Parlamento e Governo approvino finalmente, ed entro quest’anno, il reato di tortura in Italia. Non solo: se ridaremo dignità e giustizia ai nostri cari il dolore, la disperazione e la solitudine che soffriamo non saranno stati un sacrificio vano. Battiamoci allora insieme per un Paese più giusto, dove la tortura è un reato e dove la violenza di Stato non deve esistere.