di Pino Scaccia
Basterebbero le cifre per dare l’idea della drammaticità della situazione. I narcos in Messico sono talmente potenti che cercano addirittura la strada del dialogo politico. Puntano sul sangue e sono colpiti senza pietà tutti quelli che non si fanno comprare: amministratori, poliziotti e giornalisti. Dieci i reporter assassinati l’anno scorso, ma addirittura 65 negli ultimi cinque anni. Con una violenza inaudita, come è successo l’estate scorsa a Ruben Espinosa, famoso giornalista investigativo, ucciso dopo tremende torture.
Ma i nemici dei narcos sono tutti quelli che si mettono di traverso, senza distinzioni. Soltanto nello Stato di Morelos, a sud della capitale, sono stati 450 gli omicidi nel 2015. L’ultima vittima, nel capoluogo Temixco, la giovane sindaco appena insediata. Gisela Mota, 33 anni, eletta nel Partito Rivoluzionario Democratico, con lo scopo dichiarato di fare la guerra ai narcos, è stata massacrata in casa appena due giorni dopo l’insediamento. I killer sono stati poi uccisi o arrestati dalla polizia ed è inquietante scoprire che nel gruppo di fuoco c’erano una donna e adolescenti. Forse appartenenti alla banda che da anni insanguina la piccola cittadina messicana, i Guerreros Unidos, responsabili probabilmente della scomparsa due anni fa di 43 studenti.A Gisela Mota avevano già assassinato il marito e un figlio. L’ultima immagine in vita è tenerissima, con il nipotino appena nato in braccio postato sui social. Una donna tosta ma anche tenera che ha pagato con la vita la sua voglia di ripulire il Paese. Non è certo l’unica vittima della barbarie. Stessa sorte è toccata pochi mesi prima a un’altra candidata sindaco del suo stesso partito, Aidè Nana, rapita e poi decapitata. Secondo le autorità sono addirittura cento i sindaci massacrati negli ultimi anni. In Colombia, terra altrettanto insanguinata da anni dai narcos e che pare finalmente uscita dall’incubo grazie a un accordo tra governo e guerriglieri, dicono: con il ‘plomo’ o con il ‘plata’, cioè con il piombo o con il denaro. Come dire che non c’è via d’uscita: o si corrompe o si uccide, comunque la legge è quella della violenza.