di Vincenzo Vita
Quarant’anni fa la sentenza n. 202 della Corte costituzionale liberalizzava l’etere e permetteva la nascita legale dell’emittenza locale. La prima a partire “radio Parma”. Già due anni prima la stessa corte aveva emesso un’altra sentenza, sul cavo, anticipatrice della piccola rivoluzione che avrebbe segnato per sempre il sistema comunicativo italiano. …Leggi tutto »
di UNHCR ITALIA
Nel 2015, guerra e persecuzioni hanno portato ad un significativo aumento delle migrazioni forzate nel mondo, che hanno toccato livelli mai raggiunti in precedenza e comportano sofferenze umane immense. Questo è quanto emerge dal rapporto annuale pubblicato oggi dall’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati. …Leggi tutto »
di Vincenzo Vita
Ci voleva “Mezz’ora” di Lucia Annunziata per ricordare che il servizio pubblico può ricostruire il racconto della politica con la televisione. Quest’ultima, ormai, va considerata nella sua espansione, quella che fa del video solo una sequenza di un poliedrico sistema diffusivo ampliato qualitativamente dai social. …Leggi tutto »
Nel 25° anniversario dalla ratifica in Italia della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il 9° Rapporto del Gruppo CRC -gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza- fa il punto sulla sua attuazione. Il gruppo CRC è composto da 134 operatori di 91 associazioni che si occupano delle promozione e protezione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed è coordinato da Save the children. …Leggi tutto »
di Antonella Napoli
Il campionato europeo di calcio ‘Euro 2016’ è partito. Tanti goal importanti sono già stati segnati. Ma il più avvincente è stato quello messo a segno alla vigilia dell’importante kermesse sportiva dagli Youth Ambassadors di ‘ONE’, organizzazione fondata da Bono Vox e sostenuta da oltre 7 milioni di membri che operano con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà
Duecentocinquanta giovani si sono ritrovati questa settimana a Parigi per ‘disegnare’ un enorme campo di calcio ‘umano’ nel centro della capitale francese e denunciare che la povertà è sessista. Obiettivo del flash-mob era quello di chiedere ai leader mondiali di garantire a donne e ragazze pari opportunità e strumenti degli uomini e investire su di loro per favorire lo sviluppo delle società di cui sono espressione.
Tra i giovani protagonisti di questo evento anche Federico Sarri, 22 anni, nato a Magenta e residente a Corbetta e Chiara De Carlo, ventiduenne originaria di Nardò, attualmente a Londra, e molti altri italiani accorsi insieme a centinaia di attivisti provenienti da varie parti dell’Europa e dell’Africa per manifestare a margine del forum dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico riunitosi giovedì scorso a Parigi.
Rappresentanti di oltre 50 nazioni, vestiti di bianco, i 250 giovani hanno formato un enorme rettangolo di circa 700 metri quadrati contornato da striscioni su cui campeggiava il messaggio: “La povertà è sessista. Non lasciamo donne e bambine a bordo campo”.
Grazie alla loro caparbietà sono riusciti a incontrare ministri e rappresentanti di governo e a portare le richieste all’attenzione di alcuni tra i paesi più ricchi del mondo.
Più che promesse, gli Youth Ambassadors di ONE chiedono ai leader mondiali di agire concretamente.
Una delle prime opportunità per dimostrare che è possibile eliminare la povertà estrema e le discriminazioni di genere è il rifinanziamento del Fondo Globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, stabilito nel corso del G20 a settembre in Canada.
“Noi Youth Ambassadors abbiamo un messaggio per i politici – sottolinea Federico Sarri, tra i 40 italiani presenti a Parigi – vogliamo azioni concrete per costruire un mondo migliore e con meno ingiustizie. Siamo andati a Parigi per incontrarli e portare il nostro messaggio di persona. La percentuale di persone che vive nella povertà estrema si è ridotta del 66% tra il 1990 e il 2012, in buona parte grazie alla cooperazione allo sviluppo. Siamo a buon punto, ma tutto questo non basta: possiamo raggiungere l’obiettivo di eliminare la povertà estrema solo se i leader del mondo daranno priorità ad investimenti verso ragazze e donne”.
La campagna ‘Poverty is Sexist’ vuole evidenziare che povertà e
discriminazione di genere sono interconnessi.
Oggi, 62 milioni di ragazze al mondo non ricevono un’educazione, in Africa tre adolescenti su quattro che hanno contratto l’HIV sono ragazze e una donna in Sierra Leone ha un rischio 183 volte maggiore di una gestante in Svizzera di morire durante il parto.
Ognuno di noi può fare qualcosa per provare a cambiare questo stato di cose chiedendo all’Italia di giocare la sua parte e rifinanziare il Fondo Globale firmando la petizione su https://act.one.org/sign/fight_AIDS_TB_Malaria.
di Giovanni Caruso, foto Mara Trovato
“Signora mia ha sentito? A San Cristoforo si spara di nuovo e ci è andato di mezzo un ragazzino, mi spiace per la creatura! Meno male che io abito nell’altra città!”
“Sì, meno male, cara signora, noi stiamo oltre il confine, e se poi incominceranno a sparare ancora, che si ammazzino tra di loro!”
Vi ricordate quando negli anni Ottanta nei bar, sugli autobus o nei salotti si ascoltavano queste parole? Quando si diceva che quelle sparatorie erano regolamenti tra bande di criminali comuni e “scassa pagghiari”. Vi ricordate quanto tempo c’è voluto per capire che quelle sparatorie quotidiane erano guerre di mafia, e quando si è capito che quelle guerre servivano anche ai notabili, ai politici e ai quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa?
Ieri la nostra città si è svegliata con gli antichi colpi di pistola sparati “da dentro il confine”. Quel confine tra la città bene e i quartieri, i soliti quartieri del centro storico. Un confine ben preciso, tra San Cristoforo e il “nostro mondo” che non va turbato.
Via Salvatore Di Giacomo, angolo via Madonna dell’aiuto. Cinque colpi di pistola, cade gravemente ferito un uomo quarantenne e viene ferito a una gamba un ragazzino di quindici anni. Vittima innocente? O vittima inconsapevole di un sistema che da anni sfrutta i minorenni come corrieri per portare la droga dal nascondiglio allo spacciatore? Un quindicenne che si vuole già grande dai cattivi maestri più adulti, un quindicenne pronto a sparare? Un quindicenne a cui si è tolta la scuola per gli interessi economici di una politica istituzionale che deve tagliare, incominciando proprio dai quartieri dove le scuole, unici presidi di legalità e democrazia, dovrebbero essere ad ogni angolo di strada.
La scuola Doria di via Cordai non esiste più, ma uno spacciatore ogni sera prende il suo posto. Voi brava gente lo sapevate? A voi brava gente basta indignarvi nel leggere quattro righe che vi raccontano il fatto di cronaca. Ma avete mai pensato che se i quartieri stanno oltre quel confine tracciato apposta è frutto di un peccato originale? Chi ha tracciato quel confine non visibile ma reale? Lo ha tracciato chi vuole che San Cristoforo sia governata da quello stato chiamato mafia. E questo fa comodo. Per controllare i voti, per creare dipendenza attraverso la povertà, la disoccupazione, la negazione dei diritti attraverso l’ignoranza.
Voi che vivete oltre il confine avete mai pensato di conoscere e contaminarvi con il popolo dei quartieri? Probabilmente sì, quando fate beneficienza o portate un giocattolo e dei vestiti dismessi e questo vi mette la coscienza a posto. Ma non basta questo tipo di solidarietà, ci vuole ben altro.
Ci vuole che chi sta oltre il confine dei quartieri urli a chi ci governa “Basta! Basta con le iniziative di facciata, patinate da lustrini che danno l’immagine di una città felice di tanta cultura e bellezza. Basta nascondere il vero volto della città, fatto dai quartieri popolari abbandonati a un degrado costruito ad arte”.
E allora, se tutti e tutte valichiamo quel confine narrando con verità ciò che vedremo e ascolteremo, se insieme denunceremo le bugie di chi ci governa, avremo la concreta speranza che ogni ragazzino e ragazzina torni a vivere la sua età in libera coscienza, un’età dove si ha il diritto di giocare e di imparare, e soprattutto di scegliersi il futuro, e non vedere più una mano che impugna una pistola pronta a uccidere. Utopia? Riflettete con coraggio e altruismo, e poi rispondete. Noi resistiamo al di qua del confine, cercando di buttarlo giù
di Antonella Napoli
Teatro ecologico e solidarietà. Questo il binomio vincente della terza edizione della Festa del teatro ecologico, inaugurata nel 2014 con il riconoscimento della Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, che si svolgerà a Stromboli, nello splendido scenario delle Isole Eolie, dal 27 giugno al 4 luglio.
Come nel 2015, anche quest’anno Medici senza Frontiere, partner dell’evento, sarà presente con la campagna ‘Milioni di Passi’.
Il programma, dedicato a William Shakespeare a 400 anni dalla sua morte, si articolerà in circa quindici appuntamenti di teatro, musica, danza, letture, presentazione di libri, performance, giochi interattivi, laboratori, e altri incontri sempre “a spina staccata”, fanno notare gli organizzatori, ovvero “senza uso di corrente elettrica ma con il solo sostegno della luce del sole e l’altre stelle”.
Conosciuta da tutti gli amanti del turismo responsabile, Stromboli è la migliore scenografia per una rassegna che si propone come incontro sinergico tra energia sostenibile, ambiente, turismo, cultura e arte e che in 4 anni è diventata un appuntamento molto atteso nel mondo della cultura e del teatro.
Al centro dell’edizione 2016, dal titolo ‘Shakespeare on the rocks’, una produzione de ‘La tempesta’ opera del grande drammaturgo inglese, curata da Alessandro Fabrizi, regista e ideatore della kermesse.
Questa ‘Tempesta’, proposta in più giornate en plein air in diversi luoghi dell’isola, vedrà la partecipazione di attori professionisti e di alcuni abitanti dell’isola che si preseteranno a giocare agli spiriti “islanders”.
Tra gli attori, Hossein Taheri, Paolo Zuccari, Elodie Treccani, Maria Vittoria Argenti, Raffaele Gangale, Guido Targetti, Ezio Spezzacatena, Cesare D’Arco, Marco Canuto, Lavinia Savignoni.
Canzoni e musiche saranno eseguite dal vivo da Camilla Dell’Agnola. Giorgio Rossi, che da quest’anno cura le sezione danza della Festa, elaborerà gli interventi degli “spiriti” ed il masque, a cui donerà anche uno specialissimo cameo nel ruolo di Giunone.
Tutti gli eventi in programma sono caratterizzati dallo stesso filo conduttore, dall’incontro con Bruce Myers e i suoi… Shakespeare, al “Venere & Adone” con Laura Mazzi, al Workshop di Improvvisazione intitolato One Voice Shakespeare a cura di Keith Johnstone e Ken Cheesman (Emerson College di Boston) e lo ‘Shakespeare Cabaret Act’ con The Crazy Neighbours, il racconto di trent’anni di produzioni shakespeariane da parte di due esponenti della Actors Shakespeare’s Company di Boston infarcito di aneddoti e canzoni, dal tradizionale al pop.
Sperimentale e interessante la nuova sezione della Festa, intitolata “ameublement de l’ile” che prevede interventi a sorpresa di tutti gli artisti presenti in luoghi imprevedibili, come alimentari, bar, spiagge, dedicati ai Sonetti di Shakespeare.
Ma l’evento che riteniamo davvero imperdibile è la ‘lettura spettacolo’ di brani dal Troilo E Cressida nella nuova traduzione di Iolanda Plescia, in collaborazione con Medici Senza Frontiere per la campagna #milionidipassi.
Da vedere fino all’ultimo scatto la mostra fotografica di Paolo Longo dedicata alle maschere del teatro come è da seguire la presentazione della Nuova Carta Geologica di Stromboli, a cura di Guido Giordano, presidente dell’Associazione Italiana di Vulcanologia.
Il programma della Festa si concluderà con i Sonetti di Shakespeare nella traduzione di Dario Iacobelli in lingua napoletana, con Lino Musella, l’anteprima di una creazione coreografica del duo Fortuni/Ciulli appositamente creata per la Festa e un laboratorio di teatro poetico del movimento a cura di Giorgio Rossi “della materia di cui son fatti i sogni”.
di Luca Mershed, Italians for Darfur
La polizia della Nazione del Pacifico della Papua Nuova Guinea ha sparato “direttamente sulla folla” di studenti universitari nel corso di una protesta sull’anti-corruzione. Le fonti affermano che sono stati uccisi 4 studenti mentre si erano rifugiati nel campus universitario.
La sparatoria ha lasciato la capitale Port Moresby nel caos in quanto la violenza si è anche portata in un ospedale importante della città, dove gli studenti si sono rifugiati per attendere le notizie dei loro compagni di studio. Sono stati anche riferiti saccheggi e disordini.
“C’è stato un grande scontro fra i cittadini e la polizia appena fuori l’ospedale generale di Port Moresby”, ha detto un funzionario dell’ospedale Reuters. La sparatoria iniziale si è verificata presso l’Università di Papua Nuova Guinea, dove migliaia di studenti della nazione del Commonwealth hanno chiesto per settimane che Peter O’Neill, il Primo Ministro, si facesse da parte per le accuse di corruzione.
I testimoni hanno detto che la polizia ha ordinato agli studenti di non procedere e gli hanno impedito di salire a bordo degli autobus, dando un termine di cinque minuti per tornare al campus e chiedendo che il leader studentesco fosse consegnato.
Quando gli studenti hanno ignorato la scadenza ed hanno tentato di marciare a piedi, la polizia ha aperto il fuoco con proiettili veri e gas lacrimogeni.
“Colpi di pistola, le ragazze piangevano ed urlavano qua e là, gli studenti che scappavano in ogni direzione, mi sono sentito come se fossi in un campo di battaglia”, ha scritto su Facebook, lo studente Janet Thorley Mong.
Un altro studente, Stacey Yalo, ha riferito che le persone si erano nascoste dalla polizia nel campus. “La situazione è molto tesa e tutti sono molto confusi in questo momento”, ha scritto ABC News.
“Si è giunto in un punto in cui la polizia si è rivolta agli studenti come se fossero dei criminali. Stanno sparando contro di loro. Sono qui fuori a sparare ed uccidere”, ha continuato a comunicare ABC News.
La sparatoria aumenta la crescente tensione nella povera Nazione dopo che un’indagine da parte dei funzionari anti-corruzione hanno trovato colpevole il signor O’Neill di favorire pagamenti fraudolenti da parte del Governo -di circa 15 milioni di sterline- in favore di uno studio legale.
Gli studenti in tutta la Nazione hanno chiesto al signor O’Neill di farsi da parte, accusandolo di bloccare le indagini di corruzione. Il primo ministro O’Neill ha rifiutato di essere interrogato dal Direttorio contro la Frode Nazionale ed Anticorruzione, riuscendo ad impedire il suo arresto per vie legali.
Il Paese, un’ex colonia australiana che ha trovato l’indipendenza nel 1975, ha più di sette milioni di persone ed è stata a lungo tormentata dalla corruzione ed alti livelli di violenza e di criminalità.
La Papua Nuova Guinea, è stata classificata uno dei Paesi più corrotti del Mondo nel 2012 da parte di Transparency International. Nel 2014, lo stesso Mr O’Neill è stato accusato di frode da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che ha emesso un mandato di cattura. Il mandato non è stato messo in atto finora.
Secondo la Banca Mondiale, il 70% del Paese, il più linguisticamente diverso nel Mondo, vive in condizioni di povertà. L’Australia ha circa 70 agenti di polizia federali stanziati in tutto il Paese e Julie Bishop, Ministro degli Esteri australiano, ha chiamato alla calma da entrambe le parti esortando le autorità a rispettare il diritto pacifico e legale di protestare.
“So che è stato sparato agli studenti, ma stiamo ancora cercando di determinare se ci sono stati morti e feriti”, il ministro Bishop ha detto ai giornalisti.
I funzionari medici a Port Moresby hanno affermato che almeno 10 studenti sono stati ricoverati “in una situazione difficile”. Le immagini che circolano sui social media hanno confermato come gli studenti feriti fossero stati portati via.
Ci sono state segnalazioni contrastanti sulle vittime. Alcune personalità dell’opposizione hanno detto al Parlamento che quattro persone sono morte, mentre gli altri rapporti parlavano che era morta una persona. Anche Reuters ha citato una agenzia di aiuto che parla della morte di quattro studenti in una clinica nel campus nel quartiere Waigani di Port Moresby.
Il commissario di polizia della Papua Nuova Guinea, Gari Baki, ha comunicato che ci sono stati dei decessi senza dare un numero preciso.
Un testimone oculare, David Rupa, ha detto stava andando a lavorare quando sono stato assorbito dalla protesta. Ha sottolineato di aver visto gas lacrimogeni e gente che correva ai ripari mentre venivano sparati dei colpi di armi da fuoco.
“Ho visto i poliziotti colpire delle ragazze mentre venivano sbattute per terra. Ho pianto e mi è stato detto che mi avrebbero sparato se avessi filmato o scattato immagini”, ha continuato il testimone. Ha anche detto di aver visto del fumo proveniente da un dormitorio presso l’università, e che i genitori stavano scendendo al campus per assicurarsi che i loro figli non fossero rimasti feriti.
di Vittorio Di Trapani
Una presenza e una partecipazione non occasionale.
Fnsi e Usigrai, insieme ad Articolo21, hanno fortemente voluto il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo che è stato inaugurato a Lampedusa, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Un grazie alle istituzioni, a partire dal Comune di Lampedusa, e alle associazioni, come il Comitato 3 Ottobre, che ci hanno creduto e lo hanno realizzato.
Un grazie particolare all’inviato del Tg2, Valerio Cataldi, che è stato testimone degli sbarchi, e poi delle storie dei migranti che sono stati accolti sull’isola. E oggi è tra i principali motori del Museo.
La nostra convinzione è che contro i muri della diffidenza, dell’indifferenza, dell’intolleranza sia necessario costruire ponti.
Ponti tra culture, idee e sensibilità diverse.
Lampedusa è in questo luogo fortemente simbolico che rappresenta forse meglio di qualunque altro l’idea di periferie da illuminare. Periferie geografiche, economiche, culturali, sociali.
È questa l’idea di Rai Servizio Pubblico che abbiamo e che proponiamo con ancora più forza oggi, nei mesi in cui si va verso il rinnovo della concessione e quindi verso il ridisegno della Rai del futuro.
Illuminare le periferie risponde a un’idea, un progetto editoriale che deve essere pilastro della nuova Rai.
*Segretario Usigrai
FRATI FRANCESCANI DI ASSISI: BATTUTO OGNI RECORD. ‘PIOGGIA’ DI SMS SOLIDALI AL 45504 CON SERATA RAI 1
POVERI E PROFUGHI DI NIGERIA, MALI, ERITREA E SIRIA IN PRIMA FILA PER L’EVENTO …Leggi tutto »